Elea-Velia

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mercoledì 3 marzo 2010

Cittadinanza Onoraria di Elea-Velia a Livio Rossetti e Nestor Luis Cordero




Conferimento della Cittadinanza Onoraria di Elea-Velia a Livio Rossetti e Nestor Luis
Cordero. sede della Fondazione Alario per Elea-Velia Onlus ad Ascea Marina (SA)
17 gennaio 2008, ore 19,45





















L’amministrazione di Ascea: “Noi chiediamo ai nostri concittadini…(e dico nostri
concittadini non perché concittadini di Ascea, la cittadinanza onoraria di Ascea la possono avere tutti. La cittadinanza onoraria di Velia la potranno avere soltanto quegli studiosi che hanno dimostrato di amare Parmenide, di amare Velia. E questa è una grande differenza.) Chiediamo loro di essere ambasciatori nel mondo della civiltà eleatica. Questo è lo spirito!”
Nestor Luis Cordero: “…Io sono molto commosso, l’italiano non è la mia lingua. Sono
sicuro di non trovare nel mio italiano le parole adeguate per trasmettere questa emozione. Ma troverò le parole necessarie per ringraziare tutti quelli che hanno permesso che io arrivassi a questa cittadinanza onoraria, al comune di Ascea, al signor Sindaco, alla Fondazione Alario, ma specialmente a Livio Rossetti che ha proposto il mio nome come primo cittadino onorario di Elea. Voglio manifestare pubblicamente la mia ammirazione per questo infaticabile lavoratore
intellettuale. Ho detto ammirazione perché Rossetti è capace di fare una sintesi naturale, rara ma magistrale, tra il ricercatore, lo studioso e d’altra parte il vero maestro, l’educatore, quello che forma nuovi filosofi, sia nuovi docenti, sia nuovi ricercatori. Questa sintesi è una virtù difficile da trovare. In generale lo studioso che arriva a livello di Rossetti gode della sua gloria. Livio con
grande generosità continua a formare i giovani, a immaginare gli eventi, come se avesse aspettato di andare in pensione per lavorare di più. …E’ per me un grande onore festeggiare con te questa cittadinanza onoraria, caro Livio! Questa è per me un’occasione specialissima. Adesso parlerò di me due minuti. Dirò una cosa che non ho mai detto, non ho mai scritto ma che devo dirvi in quest’occasione. E’ una confessione. Ho cominciato a capire, o a credere di capirem la filosofia di Parmenide la prima volta che sono venuto a Ascea. 40 anni fa io sono venuto per la prima volta nel luglio del 69. La fondazione Alario non esisteva. Io lavoravo già su Parmenide da 10 anni. Per me Parmanide era un filosofo enorme, era un pensatore magistrale, ma io lo vedevo un po’ astratto,lontano. Ma quando ho partecipato qui della sua atmosfera, quando ho toccato la terra che lui aveva toccato –perché 26 secoli di storia del cosmo non sono niente- quando ho guardato le stesse
stelle che lui guardava, lo stesso tramonto, lo stesso mare, adesso ho capito in un altra maniera Parmenide perché ho visto che la sua filosofia, quello che si chiama l’essere di Parmenide, era espressione dal fondamento di una realtà concreta. Mi spiego, questi elementi, terra-mare-stelletramonto, sono concreti, materiali. Ma quando ho capito che un individuo eccezionale è capace di cogliere la presenza nascosta in tutti questi elementi materiali, tutta questa materia diventa spirito,
diventa pensiero, diventa filosofia. E io ho incominciato a capire Parmenide in un'altra maniera. E adesso che io sono cittadino di Elea forse capirò meglio la sua voce perché parliamo la stessa lingua. E posso anche immaginare che posso parlare con Parmenide in una certa maniera, che Parmenide è qui o negli scavi di Velia e che mi dice “Nestora, (il mio nome in greco antico è Nestora) tu esisti perché tu sei qui, ma anche io esisto perché tu pensi a me e, come io ho scritto nel mio poema, essere e pensare è lo stesso. E anche se io non sono qui, io sono assente, come io ho scritto, il pensiero può fare presente quello che è assente. E adesso Nestora se tu sei e se io sono è perché c’è l’essere, senza l’essere non sarebbe né te, né me di queste cose, di questo cielo.”
Dopo quel momento, quando sono stato per la prima volta a Elea, io ho capito così l’essere di Parmenide, come una presenza dinamica che fa essere tutto quello che è. Forse mi sbaglio, ma non è importante se mi sbaglio, in ogni caso io sono rimasto fedele a Elea perché dopo quella prima visita sono ritornato più di venti volte... In ogni visita a Elea questa interpretazione dell’essere Parmenideo è stata confermata per me. Forse mi sbaglio in questa interpretazione, in ogni caso è una interpretazione che mi permette di vivere perché una cosa è essere vivo e un’altra
cosa è sentirsi vivere, e credo che quando Parmenide dice che l’essere è quello che si trova in tutto quello che sta essendo, è sentirsi vivente, e sentire l’essere in una maniera concreta. Adesso per me Parmenide non è più un pensatore astratto ma un pensatore che mi aiuta a vivere. Per finire, vorrei applicare a Parmenide due righe che lo scrittore Borges, grande scrittore argentino, ha applicato a se stesso. Borges ha scritto niente è antico sotto il sole…chi legge le mie parole sta inventandole. E’ così che io interpreto il poema di Parmenide, un testo che è stato scritto per far pensare. E il poema di Parmenide fa pensare.”
Livio Rossetti: “Dirò molto poco, perché molto è già stato detto e perché tutto è già bello così.”
L’emozione rompe la voce. Il prof. Rossetti continua nel suo intervento, ricordando a tutti che Nestor Luis Cordero è uno studioso che ha impegnato 40 anni della sua vita a studiare Parmenide. Ma intanto l’emozione della serata vive nelle immagini, negli sguardi. Le parole che ora riprendo attraverso la registrazione audio non ricordo di averle ascoltate quella sera, tanto ero immersa in quel luogo…Ricordo di aver colto per la prima volta il significato alto che può avere una cittadinanza onoraria nella sua espressione di cittadinanza attiva riferita non a Ascea ma
all’antica Velia. Mi soffermai a rilevare possibili principi applicativi sul piano della didattica per bambini della scuola dell’obbligo. Pensai e ancora mi chiedo se non risieda proprio nel sentimento di appartenenza ciò che diciamo educazione alla legalità, educazione all’ambiente.
(Registrazione audio/video a cura di Enrico Voccia www.portadimassa.net)
Pina Montesarchio

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